Progetto Fi.F.A. (fiber for asphalt)
Descrizione progetto
Scopo del progetto è lo studio e la messa a punto, nel rispetto della normativa nazionale e le direttive europee, del recupero di fibre sintetiche provenienti dal recupero di pneumatici fuori uso per l’utilizzo nella produzione di additivi finalizzati al miglioramento dei conglomerati stradali. Il processo consiste, in termini di sintesi, in una preventiva miscelazione delle fibre con additivi vari (ed eventualmente anche con altre fibre di derivazione naturale e sintetica) per poi sottoporre la miscela a trattamento e successiva pellettizzazione in modo tale che il pellet ottenuto sia dosabile, impiegando le apparecchiature adatte, nella preparazione dei conglomerati bituminosi in sostituzione delle fibre di vetro o sintetiche “vergini” già previste nelle formulazioni di questi asfalti denominati splitt mastik. Completerà l’attività, dopo la definizione delle caratteristiche dei rifiuti fibrosi utilizzati, lo studio delle tecnologie (chimiche e fisiche) atte a raggiungere l’obiettivo della ricerca, verificando la compatibilità ambientale dei prodotti ottenuti anche in relazione alle norme vigenti e quelle specifiche di settore. (art. 184-ter dl 152/2006 e s.m.i.)
Risultato ambientale atteso
Possibilità di recuperare le fibre degli PFU che, al momento, sono ancora considerate un rifiuto, evitando lo smaltimento e/o la combustione che sono, ad oggi, il destino usuale. Parimenti , valorizzare le fibre in un ciclo produttivo che produce additivi stradali. Conseguentemente, si intende perseguire un ampliamento del mercato del recupero di materia da rifiuto, peraltro sostituendo le fibre di vetro che vengono, in parte, utilizzate in questo settore. Il volume di fibre potenzialmente disponibili sul mercato sono il 20% del PFU inviato a recupero di materia essendo le fibre stesse parzialmente inquinate da polverino e/o granluato di gomma
Stato progetto
Ultimato
Costo Greentire / investimento totale
35.000 € / 35.000 €
Risultato ambientale verificato
Attualmente l’impiego delle fibre è ancora limitato vista la modesta disponibilità di impianti autorizzati al suo recupero. La complessità di gestire l’EoW di questo sottoprodotto sarà oggetto di un prossimo progetto di ricerca.
Scopo del progetto sono lo studio e la messa a punto, in accordo con la normativa nazionale e le direttive europee, del recupero di fibre sintetiche provenienti dal recupero di Pneumatici Fuori Uso per l’utilizzo nella produzione di additivi per il miglioramento dei conglomerati stradali. Il processo consiste essenzialmente in una preventiva miscelazione delle fibre con additivi vari (ed eventualmente anche con altre fibre di derivazione naturale e sintetica) per poi sottoporre la miscela a trattamento e successiva pellettizzazione in modo tale che il pellet ottenuto sia dosabile, impiegando le apparecchiature adatte, nella preparazione dei conglomerati bituminosi in sostituzione delle fibre di vetro o sintetiche “vergini” già previste nelle formulazioni di questi asfalti denominati splitt mastik.
Il progetto, dopo una fase di studio e prove di laboratorio, dovrà definire il contenuto di fibre da PFU ottimale per essere impiegato nella formulazione del prodotto finale. Lo studio deve mettere a confronto le tecnologie esistenti, evidenziare limiti e pregi e eventualmente articolare nuove proposte che siano proponibili in termini di analisi economica.
Dopo aver definito le caratteristiche dei rifiuti fibrosi utilizzati su cui effettuare le ricerche saranno studiate le tecnologie (chimiche e fisiche) atte a raggiungere l’obiettivo della ricerca, verificando la compatibilità ambientale dei prodotti ottenuti anche in relazione alle norme vigenti e quelle specifiche di settore. (art. 184-ter dl 152/2006 es.m.i.)
Fasi del progetto
L’intero ciclo di lavorazione teso alla produzione di fibre è concettualmente articolabile in due fasi, sostanzialmente distinguibili per caratteristiche della tecnologia, obiettivi specifici della lavorazione, valorizzazione dei prodotti ottenuti:
1° stadio o di riduzione dimensionale durante il quale le diverse fibre vengono ridotte a dimensioni caratteristiche compatibili con gli obiettivi individuati di dispersione nella matrice cementizia;
2° stadio o di blending durante il quale si provvede alla realizzazione dei diversi mix design che dovranno essere poi verificati in termini di miglioramento delle caratteristiche del conglomerato stradale.
Vantaggi attesi
1. Possibilità di recuperare le fibre degli PFU, che al momento sono considerate ancora un rifiuto evitando lo smaltimento e/o la combustione che sono ad oggi il destino usuale;
2. Valorizzare le fibre in un ciclo produttivo che produce additivi stradali;
3. Ampliamento del mercato del recupero di materia da rifiuto;
4. Sostituire le fibre di vetro che ancora oggi vengono in parte utilizzate in questo settore.