Non esistono molte modalità di gestione degli PFU. Esiste un modo corretto e uno scorretto. Il primo si fonda sul rispetto rigoroso della normativa vigente, senza interpretazioni arbitrarie. Il secondo, come rappresentato in un video mostrato nello stand Greentire, rappresenta un approccio scorretto, dai risvolti ambientali, economici ed etici significativi.
Da questo spunto ha preso avvio il convegno organizzato da Greentire, che ha visto la partecipazione di autorevoli relatori, ognuno dei quali ha portato un contributo concreto per definire “il modo giusto” di gestire gli Pneumatici Fuori Uso.
Il confronto si è articolato su tre livelli:
- Normativo e giuridico – Il dott. Antonio Pergolizzi ha sottolineato come ogni attività di gestione degli PFU debba essere orientata da un chiaro obiettivo ambientale, evidenziando che la normativa va letta e applicata secondo questa prospettiva.
- Ambientale ed etico – Il Ten. C. Aldo Papotto ha portato esempi tangibili di condotte scorrette, mostrando come esse producano danni concreti all’ambiente e richiedano l’intervento continuo delle autorità competenti.
- Economico – Il dott. Dario Saldutti, caporedattore economia del Corriere della Sera, ha illustrato, con dati alla mano, come gli PFU siano da considerarsi beni con un alto valore economico e sociale, e non semplici rifiuti.
L’ ing. Corbetta, poi, ha analizzato le attuali criticità del sistema di raccolta, proponendo soluzioni operative a breve termine, come l’introduzione di un extra target di raccolta condiviso da tutti i gestori, una lettura “ambientale” della definizione di immesso e l’integrazione della rendicontazione con dati relativi a recupero di materia ed energia, accompagnati da obiettivi minimi vincolanti.
Tutti i presenti hanno condiviso una visione comune: ogni PFU correttamente gestito evita l’estrazione di nuova materia prima, riduce le emissioni, contribuisce agli obiettivi europei di decarbonizzazione.
Ogni pneumatico riciclato in Italia:
- genera valore lungo tutta la filiera,
- crea occupazione non delocalizzabile,
- stimola l’innovazione tecnologica,
- produce materie prime seconde impiegabili in numerosi settori industriali.
La scelta di un gestore conforme alla normativa:
- tutela produttori e importatori da rischi fiscali e reputazionali,
- offre un vantaggio competitivo in un mercato sempre più attento alla sostenibilità.
Recuperare materia in Italia non è solo una scelta sostenibile. È una scelta intelligente, lungimirante e strategica per il futuro del nostro Paese.